🩸Locura fa passare Lazza dalla parte del toro
Sul nuovo album Locura si sta dicendo di tutto e di più, tranne (forse) quello che deve essere detto. E stanno parlando tutti tranne il diretto interessato.
Il nuovo album di Lazza, Locura, era quello più atteso dell’anno anche in virtù dei risultati fuori scala ottenuti dal suo predecessore Sirio. Gli spunti di riflessione offerti dal lavoro di Lazza sono parecchi, ragion per cui credo sia il caso di darsi una bella calmata, armarsi di un buon caffè e prendersi il giusto tempo per analizzare tutte cose. Jacopo passa dalla parte del toro ma sono davvero giuste tutte queste critiche?
Su questo album si sta dicendo di tutto e di più su qualsiasi cosa: dalle produzioni di plastica, ai plagi, alla direzione artistica di Drillionaire, al featuring internazionale. Occhio di riguardo - come da prassi - anche sul fronte editoriale, dove ci si astiene dal tentare una contro-narrazione lasciando che siano gli utenti a scannarsi con tanto amore.
Vediamo se riesco a smarcare tutti i punti in modo esaustivo. Parto da una considerazione veloce: Lazza non può sbagliare perché non può sbagliare. Sembra una cosa senza senso detta così ma il significato andrà a schiarirsi mano a mano. Andiamo con ordine.
(( foto - Bogdan Chilldays Plakov ))
🤔 Cosa ne penso di Locura (recensione lampo)
Inizio con spendere due parole generali sul disco: Locura mi sarebbe anche piaciuto, tutto sommato è un bel disco. Peccato che il mood da presa male regni sovrano, più o meno marcato a seconda del brano in essere, al netto di episodi come Hot, Casanova o Ghetto Superstar.
Il mix di rappato e cantato con un ottimo uso della voce e dell’Autotune è quello che io andrei a ribattezzare come fomula Lazza, la ricetta perfetta che magari con una produzione sotto col suono più deep stile Cenere funziona da Dio. Quindi perché non replicare questa ricetta per un (altro) intero album?
Il riascolto sul lungo termine lo trovo più faticoso, il mood generale credo limiti un po’ i contesti di fruizione ma non per questo è da buttare tutto alle ortiche. Stilisticamente parlando non noto evoluzioni o clamorosi passi in avanti rispetto a Sirio ma, al contrario, vedo un preciso intento di cementificare quanto di buono è già stato fatto per arrivare ad un pubblico ancora più ampio.
🔥 I presunti plagi contenuti in Locura
La tracce accusate di essere plagio di qualcos’altro sono ben 8. Praticamente metà disco. Credo che qui possa nascere un’altra discussione ancora, per valutare dove e quanto marcata sia la linea di demarcazione tra il campionamento, il tributo e il plagio. Io do per buono che si tratti di omaggi e su questa questione torno tra un attimo.
Nel dubbio, a onor di cronaca, questi dovrebbero essere i plagi presenti in Locura, di Lazza:
Zeri In Più 👉🏻 21 Savage - Redrum
Fentanyl 👉🏻 Guè - Trentuno Giorni
-3 (Perdere Il Volo) 👉🏻 Drake - Sticky
Ghetto Superstar 👉🏻 Travis Scott - Lose
Verdi Nei Viola 👉🏻 Trippie Red - Miss The Rage
Hot 👉🏻 Young Thug - Hot (e altre 4 o 5 tracce uguali anche nel titolo - fonte: Tastiera Capitale)
Mettici anche somiglianze varie con altre tracce di Sfera Ebbasta, Shiva e Anna e capisci bene che viene un po’ da storcere il naso. Ma ripeto, non voglio soffermarmi sulle presunte scopiazzate in sé e per sé. Adesso ci arriviamo.
⚔️ Drillionaire ingiustamente carcerato (?)
Soffermiamoci ora sull’indiziato numero uno nel caso Locura: Drillionaire e la sua direzione artistica con tutto quello che ne consegue. Questo cristiano ha davvero rovinato il disco di Lazza? Io non credo che nella discografia ci sia nessuno capace di fare tutto da solo, nel bene o nel male.
Io sono il primo che ha demolito un producer album come quello di Drillionaire ma sono anche il primo a riconoscere - a lui come a chiunque altro produttore di plastica su questo pianeta - che prima o poi qualche beat lo azzecca per forza come nel caso di Proibito, Yalla, TikTok o la recente Chiara, dissing di Tony Effe a Fedez. Si chiama legge dei grandi numeri.
Di Lazza si sottolinea spesso come abbia studiato al conservatorio e sia un conoscitore di musica ad un livello più alto. Bene. Detto questo, Drillionaire fa il suo lavoro di producer (o beatmaker, se a voler essere malignosetti) e propone un tot di strumentali al suo assistito. Sarà poi Lazza a scegliere a sua discrezione. Le orecchie le abbiamo tutti, Jacopo compreso.
Se poi queste produzioni sono un po’ troppo simili tra loro o ricordano un po’ troppo qualcosa di già sentito, le opzioni sono: o Lazza sa di musica meno di quello che pensiamo, o è all’oscuro di tutto (poco probabile ma non impossibile) oppure ancora - come invece ci si augura sempre - ogni scelta è stata fatta con cognizione di causa.
E questo mi porta ad alcune considerazioni di ben’altra natura.
🤫 Il silenzio dei colpevoli
Come detto anche in altre occasioni, l’artista non lavora mai da solo. C’è sempre un gruppo di persone - vale a qualunque livello, ormai - che lo segue e lo consiglia in ogni aspetto della propria musica. Non c’è scelta priva di confronto con il proprio manager, A&R, direttore artistico e chi più ne ha più ne metta. Quindi, ripeto, impossibile che un certo tipo di scelta non sia stata fatta con consapevolezza.
Shiva reposta una propria traccia, Sfera fa altrettando, Guè si aggiunge agli autori di Fentanyl e così via. Segnali analoghi sono giunti ancora prima e ancora più numerosi dagli stessi ascoltatori e rimbalzano velocissimi di qua e di là.
Proprio perché ogni scelta discografica viene fatta da un artista in comunione di intenti con il proprio team di lavoro, non sono le voci di corridoio a lasciarmi perplesso quanto piuttosto il silenzio dei diretti interessati, Lazza per primo. Qui sarebbe opportuno difendere la propria musica, il proprio disco, il proprio lavoro, le proprie scelte.
Parliamoci chiaro: se vanno tutti contromano, quello contromano potresti anche essere tu.
Altrimenti capto un retrogusto di omertà, tipico di chi è consapevolmente complice del misfatto. Se il disco Locura suona in un certo modo non è colpa di Drillionaire. Lui fa da capro espiatorio per innumerevoli pregressi ma se proprio dobbiamo bocciare questo lavoro per i sopra citati motivi, è chiaro che c’è più di un imputato da chiamare all’appello.
E chiudo sottolineando un aspetto ulteriore: al netto di un ambiente - quello del così detto rap game - in cui ci si conosce tutti bene o male, occhio perché molti di questi artisti lavorano con le stesse persone o sono facenti parte della stessa etichetta. Ecco perché certi repost mi fanno molto strano.
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🥷🏻 Perché Lazza non può sbagliare (e non sbaglierà)
Lazza punta a massimizzare il proprio bacino di utenza. Per arrivare a più persone devi semplificare al massimo la tua musica per renderla fruibile a chiunque. Naturale, logica conseguenza.
Con Locura, si porta all’estremo quanto di buono fatto con Sirio senza rischiare fuori campo. I risultati ottenuti nel pre-Locura sono talmente fuori scala che posso anche capire il timore di mettere il naso fuori dalla proprio zona comfort. Ricetta che vince, non si cambia.
Sirio ha una componente rap più marcata, Locura spinge più sul cantato, sulle melodie (neanche così varie, forse) e diluisce di più le liriche. La sopracitata formula Lazza, collaudata e vincente, replicata enne volte.
Io temo che i suoi ascoltatori di più vecchia data siano stati presi in contropiede dalla sua (seconda) partecipazione a Real Talk, da singoli come Zonda o esternazioni dello stesso Lazza in cui più volte ha rimarcato con orgoglio la sua essenza di rapper e guai a chi gliela toglie.
A tal proposito chiudo con un’osservazione interessante: uno dei demeriti di questo album dicono sia quello di essere poco rap. Il pubblico di Lazza vuole più rap dal proprio beniamino. Peccato che la traccia di Locura che meglio sposa la causa, Giorno Da Cani, è quella meno ascoltata di tutto il disco.
Come mai? Le risposte possibili, secondo me, sono due: o il pubblico non sa quello che vuole (il che è dannatamente possibile) oppure è un episodio dell’album talmente isolato che va a perdersi in un mare di urlati, prese a male, sofferenza da artista e da uomo col cuore spezzato e plagi plasticosi assortiti.
🐂 Dalla parte del toro (conclusioni)
Insomma, tutta questa Locura porta Lazza dalla parte del toro, infilzato a destra e a manca dai feedback piuttosto taglienti del proprio pubblico, che però riempie instore, palazzetti e stadi come da facile previsione.
Il disco è valido, ben fatto, ben costruito seppur con tutti i suoi limiti. Il rap c’è ma col contagocce. Non mi sento nemmeno di bollarlo come disco pop perché mi sarei aspettato altrimenti qualche episodio più spensierato. Al contrario, trovo un riascolto sul lungo termine abbastanza faticoso.
Su quanto si sta dicendo attorno a questo disco, invece, non mi sbilancio troppo nel sentenziare se le critiche siano più o meno fondate o la crocifissione di Drillionare (o chi per lui) sia giusta.
Mi lascia interdetto la non-replica dei diretti interessati. Una volta, quando i dischi si compravano davvero e c’era interesse nel comprarli, l’ascolto era accompagnato dalla lettura del booklet che dava informazioni e risposte in più mentre oggi siamo davanti ad un disco attesissimo da tutti che però oltre a tanti minuti di (faticoso) riascolto sul lungo periodo ci lascia anche tanti dubbi e perplessità.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Icaro.